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Il traffico a Vicenza. «Tanto per cambiare i più penalizzati sono i ciclisti»

La rotatoria che fa discutere

IL GIORNALE DI VICENZA, giovedì 29 luglio 2004 lettere pagina 47 
 
Mi trovo costretto dalle circostanze a prendere personalmente posizione sull’ennesima e gravissima “dimenticanza” delle bici nella modifica della viabilità all’incrocio via Quadri-corso Padova. Questo è un importantissimo intervento che spingerà molti altri cittadini, che avevano scelto la bici, a ritornare loro malgrado ad usare l’auto, dato che evidentemente la città si sta modificando pensando solo a chi si muove con attorno una tonnellata di ferro e plastica.
Faccio notare che quell’incrocio è attualmente (o devo dire era?) l’unico passaggio per ciclisti tra la zona est e il centro città (a meno che un folle non consideri facilmente ciclabili il cavalcavia strada di Bertesina-via Quadri o il sottopasso dello stadio). Ad ogni ora si potevano vedere decine di ciclisti che attraversavano quell’incrocio, con punte altissime al mattino. Ora è diventato per tutti più difficile sopravvivere o, almeno, più complicato attraversare.
Diciamo che non è cambiato molto per chi da viale della Pace (sotto il cavalcavia) deve andare in corso Padova perché hanno lasciato per fortuna il semaforo (definito però "pedonale", quindi non per ciclisti), ma quando dobbiamo tornare dal centro a San Pio X o a Vicenza est non si capisce come dovremo fare. Da corso Padova o giriamo in via Spalato e da qui sul cavalcavia, ma attraversando tre corsie con flussi di auto che provengono da dietro (suicidio per chi non è giovane e sveglio), oppure ridiventare pedone e attraversare corso Padova (senza semaforo) e da qui ancora il solito semaforo per ritornare sotto il cavalcavia, ma qui si ripropone il problema del sottopasso vietato alle bici e quindi siamo costretti a ridiventare pedoni per un altro bel pezzo. Anche i ciclisti che provengono da viale Quadri e vanno verso lo stadio dovrebbero andare in centro strada e attraversare due flussi di auto in movimento.
La cosa che mi fa più rabbia è che prima si fanno le modifiche alla viabilità come se i ciclisti non esistessero e poi bisogna affannosamente cercare di recuperare e salvare il salvabile. In quest’ottica chiederei i seguenti interventi sostanziali in quel nodo:
1)  aprire il prima possibile il sottopasso via Giorgione-via Meschinelli, che diventerebbe l’unico passaggio “umano” tra Vicenza Est e il centro, a meno che non si attui il punto seguente...
2) chiudere al traffico motorizzato il sottopa sso ferroviario sotto il cavalcavia, ripristinando il progetto iniziale solo ciclopedonale (ora è inutile per le auto visto che non ci sono più code sopra il cavalcavia) e sia rialzata la base al livello del marciapiede per renderlo meno pendente e pericoloso.
3)  chi verrà dal centro troverà molto più conveniente e sicuro andare su Borgo Casale, anziché corso Padova, ma alla fine per attraversare via Trissino c’è un passaggio pedonale, senza isola, al quale bisogna generalmente aspettare molto prima di riuscire a passare. Bisognerebbe potenziare questo passaggio con un’isola pedonale al centro della carreggiata o eventualmente un semaforo a chiamata.
4)  mettere un semaforo a chiamata anche per attraversare corso Padova per chi viene dal centro e vuole andare a San Pio X e per chi da via Quadri o dall’altro semaforo pedonale esistente vuole andare verso lo stadio senza dover infilarsi tra le auto che da via Quadri o da corso Padova girano a destra.
5)  rendere ciclabile il semaforo pedonale “sopravvissuto”, colorando l’asfalto di rosso e con apposita segnaletica. Non è possibile che i ciclisti, per attraversare ogni incrocio, devono continuamente scendere dalla bici, è una cosa inaudita e che non esiste altrove, tranne in casi particolari (passerelle o strettoie).
 
Chi usa la bicicletta lo fa anche per migliorare la città, rendendola meno inquinata, più silenziosa e a misura d’uomo. Un’amministrazione accorta dovrebbe favorire questi cittadini, anziché ostacolarli. O sono considerati cittadini solo coloro che versano l’obolo per parcheggiare nei nuovi posti auto in centro?
Michele Mutterle
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