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Tuttinbici fa autocritica e stila la classifica delle infrazioni più diffuse

La presidente:

«Fanali spenti, il braccio per svoltare un optional e marciapiedi usati in modo improprio e pericoloso»

 IL GIORNALE DI VICENZA, Mercoledì 14 Luglio 2004, cronaca, a pagina 17 

( s. m. d. ) Ciclisti invisibili, dall’attraversamento anarchico e dal marciapiede facile. La ciclopirateria esiste, come più volte denunciato dagli stessi amministratori comunali, e il gruppo dei menefreghisti viari non di soli motorizzati è costituito. Anzi, c’è già chi stila le prime classifiche dei più diffusi peccati disseminati nelle strade dal "maleducato in sella". 
«L’errore più frequente? Non segnalare la propria presenza nella fascia seral-notturna - racconta Annamaria Virgili, presidente di Tuttinbici - si ha ancora la tendenza a sottovalutare l’importanza dei fanali e degli elementi catarifrangenti. A questo genere di sensibilizzazione serve la nostra annuale manifestazione chiamata "Pedali nella notte"». 
Altra brutta abitudine del ciclista vicentino consiste nello scorazzare allegramente sui marciapiedi, minando la tranquillità dei pedoni e riducendo sistematicamente lo spazio a loro riservato. Nella top ten dell&# 146;anarchia stradale, però, primeggia innanzitutto la totale assenza di braccia alzate per segnalare le svolte in corso. Un dovere che, per molti utenti, sembra tranquillamente da considerarsi passato di moda. «Indicare fisicamente che si gira è diventato un optional - prosegue la Virgili - un malcostume che colpisce tutti, giovani e meno giovani, e che potrebbe minare seriamente la propria sicurezza e quella altrui». 
Non meno gravi (e totalmente fuorilegge) le squadriglie di ragazzi che avanzano in allineamenti di due, tre e anche quattro bici, dimenticandosi, in quel momento, che si è su una centralissima arteria cittadina e non su un semideserto viale di campo. Vietatissimo, poi, pedalare col cane a guinzaglio (abitudine assai diffusa nei quartieri, a quanto dicono le segnalazioni), parcheggiare "selvaggiamente" la propria bici dove non vi siano luoghi adeguati, ed agganciarsi all’amico dotato di scooter per conciliare chiacchiere a volontà in cambio di un traino di comodo. Ma a volte, si sa, le irreparabili conseguenze di un rischio si possono consumare in pochi secondi d’orologio. «Contestabile e rischioso il voler andare in bici dappertutto - spiega la presidente dell’associazione - ci sono dei tratti urbani dove è necessario scedere dal mezzo, ad esempio dove ci sono le strisce pedonali o in prossimità di incroci particolarmente trafficati o dove la visibilità è scarsa». 
Proprio per questo Tuttinbici ha prodotto e diffuso una miniguida per l’attraversamento delle rotatorie: « La città presenta molti punti critici - conclude la Virgili - a volte una brutta abitudine, come quella di salire sui marciapiedi, nasce proprio dalla paura di affrontare questa viabilità. Questo, però, non giustifica la mancanza di buon senso e di educazione che necessari per circolare».
 
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