Davide Calegaro innamorato e originale specialista delle due ruote si sposa oggiIl buon samaritano delle biciCon la sua «ambulanza» accorre nelle emergenzeIL GIORNALE DI VICENZA, sabato 18 Ottobre 2003 di Adriano Toniolo Il biciclista. Cioè Davide Calegaro residente a Vicenza in via Valleogra 74. Ha un numero telefonico di domicilio ma è inutile. Lui è sempre in giro, reperibile con il 348/7409360. Biciclista cioè appassionato pestapedali ma anche dottore di biciclette. Capace di far tornare giovane e scattante anche un catorcio mobile già defunto o in coma ufficialmente irreversibile. Ma partiamo da una tappa dolcissima del giro della vita del «dottore»: oggi alle 11 nella chiesa dei Carmini sposerà Annamaria Virgili, la sua fiamma. Speriamo che non accorrano al brindisi tutti i clienti del dottore perchè altrimenti ci sarà consumo di liquidi superiore alla portata, sia pur oggi carente, del vicino Bacchiglione. Seguiranno 8 giorni all’isola d’Elba e 8 giorni alle Cinque Terre. Quest’ultima fase della luna di miele naturalmente in bicicletta. Si presenta, Davide, con addosso il grembiule - la veneta amatissima traversa - altoatesino con ricamato in alto un mazzetto di stelle alpine. «È il regalo di Annamaria - dice - che così è sicura che la porto sempre sul cuore e non la tradisco con qualcuna delle tante clienti che vado a servire». Un talismano contro l’infedeltà, un nuovo antidoto contro le corna. Prima che il cronista che l’ha arpionato telefonicamente e lo ha invitato ad una chiacchierata gli ponga la prima domanda, avanza educatamente una ferma richiesta: non si potrebbe, nell’articolo, dedicare qualche riga all’associazione Tuttinbici di Vicenza, l’apostola della mobilità alternativa, quella che vorrebbe vedere la città del Palladio trasformata in una piccola Pechino ricca di biciclette e povera di macchine? Lui fa parte del Consiglio direttivo (come Annamaria) ed è delegato per il settore gite. Organizza le biciclettate e garantisce assistenza meccanica di primissima qualità. Oggi trentaseienne, ha scoperto il mondo delle due ruote negli anni Ottanta entrando nella Tuttinbici Fiab Vicenza. Proprio le emergenze che sopravvengono in occasione delle escursioni organizzate lo costringono ad imparare i primi rudimenti di riparazione delle bici... a spese delle birote dei partecipanti. E si rivela subito così bravo e pratico da oscurare i rovinamestieri che, mentendo spudoratamente o afflitti da sindrome napoleonica, dicono di essere anche meccanici. Via via è diventato accompagnatore - con tanto di patentino legalmente riconosciuto - nelle passeggiate in mtb (mountain bike) e socio dell’asiaghese mtb Freeride school che si impegna nella manutenzione dei percorsi cicloescursionistici nel territorio dei Sette Comuni. Che sanno riparare bene le biciclette sono i meccanici (non tutti...) che tengono officina. Officina che non ha mai spazi sufficienti per accogliere tutte le biciclette malate che bussano al pronto soccorso. Quando faceva l’apprendistato da meccanico presso Tosetto, Calegaro ha toccato con mano questo problema e ha sentito il titolare dire che per ovviare all’inconveniente ci vorrebbero dei giustabiciclette disposti a recarsi al domicilio dei clienti. Poi ha fatto il garzone meccanico presso Lino Ghiotto. Insomma con tanta scuola ed altro ancora è diventato specialista in ortopedia biciclettara. Ed altro, abbiamo scritto volutamente, perché lui che ha potuto conseguire solo la licenza di scuola media inferiore, poi ha fatto il metalmeccanico ed infine il falegname e montatore di mobili, una volta intravista la stella della vocazione si è tuffato a peso morto nella sua orbita. E per imparare sempre di più ha lavorato per mesi e mesi anche a Bologna, sottoponendosi ad una pendolarità gravosa: ogni giorno andata e ritorno in treno fino alla città della Garisenda e della Torre degli Asinelli. Mangiare e dormire là costava troppo e le tasche viranti al verde non lo consentivano. La scuola continua anche ora: con il lavoro e con l’autoaggiornamento che riguarda la qualità degli interventi ma anche la rapidità di esecuzione. Nel gennaio 2003 il salto definitivo: si mette in proprio e attrezza da officina riparabiciclette un furgone, il Bike Service Calegaro, una specie di Suem pronto a rispondere agli sos lanciati dai ciclisti in panne. Il mestiere garantisce una vita dignitosa? «Un’arte - commenta con sincerità Davide - che paga e appaga. Perché è una simpatica sfida continua con la bicicletta che diventa quasi una tua paziente con disturbi che variano ad ogni caso per gravità ed anche per novità. E per di più devi lavorare sotto gli occhi del padrone o della padrona che magari è lì che scalpita perchè deve andare a fare la spesa e che in ogni caso vigila perché non si batta la fiacca». E ad ogni chiamata ecco il Calegaro arrivare a tutta birra con la sua officina mobile dalla quale scarica i ferri chirurgici e i pezzi da trapianto: non serve sala operatoria, l’intervento avviene lì, nel cortile di casa o, molto spesso, sul marciapiede se non sull’asfalto della strada. Una novità che piace e interessa, tanto è vero che a Davide si sono presentate persone disposte a fare gli apprendisti. Annamaria vorrebbe che ne assumesse almeno uno da inviare a domicilio quando le chiamate hanno voce femminile che induce in tentazione (di gelosia). Dottore delle biciclette ma anche sinceramente innamorato della birota non inquinante perchè a carburante umano. In bicicletta è arrivato al Capo Nord, ha percorso in lungo e in largo la Spagna e la Francia, ha ideato e fatto un giro d’Italia tutto suo. Le ferie? Due-tre settimane all’anno ad accompagnare gruppi lungo le piste ciclabili d’Europa. L’impegno futuro? Inventare una bicicletta sulla quale possano pedalare in dolce sinergia lui e Annamaria. Auguroni, Davide, per tutto e in particolare per il matrimonio di oggi. E buon viaggio. Ma se ti ritrovi con la bicicletta in panne non chiamarci: non siamo «dottori» come te. |
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