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La "dura vita" dei ciclisti, tra rischi e obblighi di legge

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da "LaDomenicadiVicenza.it"

Nostra inchiesta dopo gli incidenti in viale D'Alviano (nell'arco di due mesi) con vittime un ragazzo e un'anziana in sella ad una bici. Una categoria da "proteggere" ma che deve rispettare il codice della strada

(C.R.) Due incidenti stradali, con vittime altrettanti ciclisti, nell'arco di appena di due mesi, in viale D'Alviano a Vicenza, quasi nello stesso punto. Il portale www.ladomenicadivicenza.it ha voluto aprire il dibattito coinvolgendo l'assessore alla sostenibilità urbana Antonio Dalla Pozza, il comandante della Polizia Municipale di Vicenza Cristiano Rosini e il segretario nazionale della Federazione italiana amici della bicicletta, il vicentino Michele Mutterle. Ecco cosa è emerso.

Antonio Dalla Pozza, assessore alla sostenibilità urbana: «Costernati per l'ultimo incidente. Nel 2015 a bilancio 400 mila euro per piste ciclabili, nel 2016 saranno 350 mila»
Nell'apertura di questo dibattito doveroso partire con Antonio Dalla Pozza, assessore comunale alla progettazione e sostenibilità urbana, la cui delega legittima, tra le altre cose, l’esercizio di funzioni nell’area dell’urbanistica, mobilità e ambiente. Lo stesso assessore tiene a puntualizzare alcuni aspetti riguardanti il tragico incidente avvenuto la settimana scorsa in viale D'Alviano della settimana scorsa, costata la vita ad un'anziana ciclista residente in città, arrotata e uccisa da un pesante tir con targa tedesca, che ha sbagliato strada. «Si è trattato di una tragica fatalità, legata all'inosservanza di un obbligo ben evidenziato nella segnaletica stradale cittadina, ossia quello che i mezzi pesanti superiori a un certo peso non possono percorrere certe strade, via Medici e viale D'Alviano nello specifico».
«Tuttavia quando avviene un incidente mortale nel territorio comunale - tiene altresì a precisare Dalla Pozza - siamo noi i primi ad essere dispiaciuti e desiderosi di capire nel profondo che cosa è successo: anche in questa circostanza abbiamo aperto una riflessione profonda perché un fatto simile non avvenga più».
Proprio viale D'Alviano era stato teatro, nel mese di settembre, di un altro tragico fatto, con vittima un ciclista, in quella occasione uno studente di 17 anni del liceo Pigafetta investito da un'auto e poi morto dopo qualche giorno di agonia all'ospedale San Bortolo. «Due incidente diversi nella loro dinamica - aggiunge l'assessore - che abbiamo analizzato a fondo. La verità è che il tragico investimento dell'anziana è molto simile a quello avvenuto qualche anno fa all'incrocio tra via Lamarmora e viale Dal Verme: anche in quella occasione una ciclista donna, una ragazza nello specifico, non fu vista dal camionista e avvenne la tragedia. Tornando a viale D'Alviano non c'è dubbio che si tratta di un'arteria pericolosa per i ciclisti visto che è doppia corsia per ogni senso di marcia e quanto viaggiano affiancati, ad esempio un pullman e un'auto, lo spazio a destra si restringe». «Non c'è dubbio che per limitare gli incidenti stradali in città noi abbiamo attuato una serie di iniziative, tra cui quelle dei dossi, che consentono di limitare la velocità o gli stessi limiti rigorosi (di 30 km/h, ndr.) nella zona più centrale entrati in vigore da pochi mesi. Per il resto contiamo sul fatto che il codice della strada venga rispettato dagli automobilisti ma anche dagli stessi ciclisti che, pur essendo un cosiddetto "utente debole" deve sempre ricordare che a sua volta deve rispettare il codice stesso».
L'ultima analisi, ma non certo la meno importante, riguarda le piste ciclabili. «Per questa voce - conclude Antonio Dalla Pozza - nel corso di quest'anno sono stati messi a bilancio 400 mila euro, nel 2016 saranno 350 mila i fondi destinati. Nessuna come l'attuale amministrazione ha investito tanto nelle piste ciclabili, abbiamo messo in sicurezza lunghi tratti ritenuti molto pericolosi e dove ora si può viaggiare in piena sicurezza, ma sarebbe impossibile anche per motivi di spazio che questo possa avvenire in tutte le arterie».

Cristiano Rosini, comandante Polizia municipale di Vicenza: «Codice della strada valido anche per i ciclisti. Diverse segnalazioni di biciclette sprovviste di fanalini»
Doveroso nel dibattito in questione coinvolgere anche Cristiano Rosini, comandante della Polizia municipale di Vicenza, cioè colui che è alla guida del corpo di polizia che più di ogni altro pattuglia quotidianamente le strade cittadine, anche per quanto riguarda il controllo della viabilità e i flussi del traffico. Proprio a tal proposito, viale D'Alviano è stato teatro negli ultimi due mesi di due incidenti mortali, con vittime in entrambe le occasioni ciclisti, come detto un ragazzo (a settembre) e una donna anziana (pochi giorni fa). «In effetti viale D'Alviano - conferma il comandante Rosini - rappresenta una delle arterie più trafficate in assoluto, caratterizzata dalla doppia corsia per entrambi i sensi di circolazione. Il tratto è caratterizzato da una serie di semafori, ma è chiaro che i ciclisti devono fare molta attenzione e mettere in pratica quegli accorgimenti, uniti a grande attenzione, proprio in considerazione del fatto che nella loro direzione viaggiano gli altri mezzi».
La "dura vita" dei ciclisti, tra rischi e obblighi (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Giusto ricordare - tiene a precisare il comandante della Polizia municipale di Vicenza - che tutti i ciclisti devono seguire le norme della codice della strada a cui sono obbligati gli automobilisti, compresi i sensi unici. Tra questi c'è ovviamente anche il divieto di transitare sui marciapiedi».
Ma qual è allo stato attuale l'infrazione che viene commessa maggiormente dai ciclisti nella città di Vicenza? Una domanda che abbiamo rivolto proprio al dottor Rosini. «Non sono in possesso delle statistiche aggiornate, quindi mi viene difficile rispondere al quesito con una certa precisione. Tuttavia possa dire che nelle ultime settimane abbiamo ricevuto diverse segnalazioni per quanto riguarda l'utilizzo dei fanali, sia davanti che dietro, nelle biciclette, ovviamente obbligatorio nelle ore serali e notturne e fondamentale in questo periodo dove le ore di luce sono molto inferiori rispetto alle altre stagioni. È una situazione che stiamo monitorando proprio in questi giorni anche per capire se siamo di fronte ad un mancato utilizzo stesso dei fanalini o per capire se una parte di questi mezzi ne sono privi o non funzionanti»
Infine eccoci alle contravvenzioni ai danni di coloro che viaggiano in bicicletta. «I ciclisti - conclude il comandante Rosini - rappresenta una categoria debole che va tutelata: in questo senso non è un nostro obiettivo primario staccare multe, quanto piuttosto insegnare eventualmente il corretto comportamento sulla strade. Tuttavia capire di stendere qualche verbale nei confronti dei ciclisti, visto che nel caso di sinistri siamo obbligati a farlo. Le piste ciclabili? Dove è indicato per i ciclisti l'obbligo di percorrerle lo devono fare altrimenti rischiano di essere multati».

Michele Mutterle, segretario nazionale di Fiab: «Le rotatorie rappresentano una problema per i ciclisti: a Vicenza un incidente su quattro avviene all'interno di esse»
Chiudiamo questa carrellata con Michele Mutterle, vicentino, segretario nazionale di Fiab, la Federazione italiana amici della bicicletta onlus che comprende oltre 150 associazioni, tra cui Tuttinbici per citare solo la più conosciuta. Un "esercito" in continuo e costante crescendo: gli iscritti alla Fiab sono infatti attualmente 17.300, rispetto ai 16 mila iscritti che si registravano nella primavera 2013, quindi due anni e mezzo fa. Numeri in crescita anche per la Fiab-Vicenza (in ogni provincia italiana esiste una sede) che conta attualmente 540 soci iscritti, anche qui in forte crescita rispetto ai 460 di due anni e mezzo fa. Nella provincia berica sono cinque le sezioni, con sede a Vicenza, Bassano del Grappa, Isola Vicentina, Noventa e Schio.
Ma quali sono, allo stato attuale, le maggiori problematiche per coloro che si muovono in bicicletta nelle città? È lo stesso Mutterle a rispondere. «Direi che sono molte, a cominciare dall'inosservanza del codice della strada da parte di molti automobilisti. Non c'è dubbio che se prendiamo in consideriamo questi Anni Duemila dobbiamo arrivare alla conclusione che le rotatorie rappresentino un problema per i ciclisti, in particolare quelli in cui il flusso è tangente alla rotatoria, e a Vicenza ce ne sono molto, e quindi gli automobilisti non rallentano. Secondo una statistica del 2012, ma non crediamo che nel frattempo le cose siano cambiate di molto, che riguarda il comune di Vicenza dei 124 incidenti che hanno visto coinvolti ciclisti ben 31, quindi esattamente il 25%, uno su quattro, si è verificato all'interno di esse. In questa stessa statistica emerge come il 15% si erano verificati nelle intersezioni, quindi in tutti gli incroci e solamente il 4% dove c'è un semaforo: ora se arriviamo alla conclusione che il numero delle rotatorie ha ormai superato quello dei semafori si arriva alla conclusione che le rotatorie hanno finito per rappresentare un rischio maggiore. E a proposito di statistiche vorrei far presente nel quinquennio 2007-2012 a livello europeo sono diminuiti gli incidenti stradali ma è invece in aumento il numero di feriti dei cosiddetti "clienti vulnerabili" ossia pedoni, ciclisti e motociclisti».
Lo stesso Mutterle, che risiede in città, tiene a precisare come il recente incidente mortale avvenuto in viale D'Alviano, non deve essere classificato come una semplice fatalità. «Quando come Fiab-Vicenza andiamo a parlare nelle scuole ai ragazzi - conclude il segretario nazionale, che sottolinea da pochi giorni il lancio della campagna Fiab "Trenta e lode" - insistiamo spesso sul cosiddetto "angolo cieco" che riguarda soprattutto i camion con il rimorchio: esiste una ricostruzione davvero efficace che evidenzia come in quei metri può contenere non solo un ciclista un un'intera scolaresca: quindi il nostro accorato consiglio, soprattutto negli incroci, nelle rotatorie e nelle curve è quello che stare davanti o dietro al mezzo pesante, mai a fianco. Aggiungo poi che la Comunità Europea da anni chiede ai vari Paesi di inserire nel loro codice della strada l'obbligo per i mezzi pesanti di specchi più parabolici, telecamere o altri strumentazioni: in Olanda e in altre nazioni del Nord tale richiesta è già stata esaudita, speriamo arrivi anche in Italia».

 
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