Come Associazione che da più di dieci anni sta cercando di promuovere l'uso della bicicletta e .....
Da "il Giornale di Vicenza", giovedì 18 dicembre 2008
Come Associazione che da più di dieci anni sta cercando di promuovere l'uso della bicicletta e tutelare i diritti dei ciclisti nella nostra città, Tuttinbici si sente chiamata in causa dalle 4 lettere comparse sul vostro giornale il 5, il 7 e l'11 dicembre scorsi.
Il tema è noto: è giusto multare i ciclisti che non rispettano le regole? La risposta della nostra Associazione è sempre la stessa: sì, ma... Siamo i primi a chiedere ai nostri soci e ai cittadini che scelgono (nonostante tutto) di usare la bicicletta il rispetto delle norme del codice della strada e della civile convivenza, ma... dovremmo essere messi in grado di farlo.
Inizio da una affermazione provocatoria inserita in una delle lettere: “e non ditemi che chi usa la bici per lavoro ha diritto a scorciatoie privilegiate!” In realtà non lo diciamo noi, ma l'Unione Europea nella sua carta verde per la mobilità urbana: “Si dovrebbero comunque rendere più attraenti e sicure le alternative all'uso dell'automobile privata, come spostarsi a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici. Per rendere più attraenti e sicuri gli spostamenti a piedi e in bicicletta, le autorità locali e regionali dovrebbero adoperarsi per una piena integrazione di queste modalità di trasporto nelle politiche di mobilità urbana...”.
Cosa significa attraente in termini di mobilità urbana? Che il percorso sia chiaro, riconoscibile, senza ostacoli, sicuro e soprattutto diretto. Non si può trattare allo stesso modo chi si sposta utilizzando un motore (con i ben noti costi sociali in termini di salute, inquinamento e utilizzo del suolo pubblico) e chi invece decide di spostarsi con la sola forza delle proprie gambe, discretamente e silenziosamente, rispettando non solo la propria salute ma anche quella del luogo in cui vive.
Noi ci sforziamo di essere realisti, e in questa fase non chiediamo che la città venga ripensata in funzione della bicicletta (anche se sarebbe auspicabile e necessario, come dimostra l'esperienza di numerose città anche italiane), ma certamente non vogliamo che si aggiungano ulteriori ostacoli a quelli già esistenti.
I ciclisti a Vicenza non sono una sparuta minoranza. Lo scorso 18 settembre la nostra Associazione ne ha contati più di 6.500 controllando i soli varchi di ingresso al centro storico durante la fascia oraria 7.30-13.30, e considerando tutti quelli che nello stesso periodo hanno circolato senza attraversare quel confine il numero va almeno raddoppiato. Si tratta quindi di una fetta importante e centrale della mobilità cittadina, anche se ci rendiamo tutti conto che rispetto a 5 o 10 anni fa il numero di persone che usano la bicicletta è diminuito.
Colpa in buona misura delle innumerevoli rotatorie “trappola" per i ciclisti, ma anche di scelte viabilistiche che hanno privilegiato la fluidità veicolare dimenticandosi di chi (spesso anziani o ragazzi) si sposta senza necessariamente entrare in guscio di acciaio e plastica anche solo per fare poche centinaia di metri.
L'esempio citato in alcune lettere - la svolta a sinistra in via Levà degli Angeli - è particolarmente significativo. Fino a qualche tempo fa era consentita, poi è semplicemente sparita senza offrire alcuna alternativa ai ciclisti, a meno che non decidano di scendere e risalire dal mezzo per attraversare un passaggio pedonale. Dato però che non è possibile salire sul marciapiede per scendere dalla bici, i bravi (ex) ciclisti divenuti pedoni dovrebbero rischiare ogni volta di essere travolti trovandosi in piedi, con il fedele velocipede al fianco, in mezzo al traffico.
Se l'80% dei ciclisti preferisce fare una manovra diversa, la stessa che ha originato le multe della Polizia Locale, non è sicuramente per risparmiare 5 metri, ma perché in quella posizione, con il piede sull'aiuola spartitraffico, il ciclista guarda negli occhi gli automobilisti che vanno e vengono da Levà degli Angeli, senza rischiare di essere travolto alle spalle.
Sappiamo che questo costituisce un'infrazione e come Associazione abbiamo più volte denunciato la cosa ai vari assessori succedutisi nel tempo, chiedendo la possibilità di una corsia ciclabile su Ponte degli Angeli che preveda uno stop e la possibilità per i ciclisti di svoltare a sinistra in sicurezza e legalità. Se ancora non è stato fatto nulla, non è certo per colpa nostra. Esempi di questo genere sono innumerevoli in città e in particolare nel centro storico.
Pur consapevole che il rispetto delle regole vale per gli automobilisti come per i ciclisti, Tuttinbici chiede - oggi come sempre - che chi si muove in bicicletta venga incoraggiato e apprezzato per quello che è: un elemento centrale, virtuoso e benefico della mobilità urbana.
Stefano Maboni
Presidente di Tuttinbici FIAB Vicenza
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