«TANTI PERICOLI PER I CICLISTI: BUCHE, PALETTI, PASSI CARRAI  E...FOGLIE»

Da "Il Giornale di Vicenza" mercoledì 7 gennaio pagina 47

Mi permettadi rispondere alla lettera pubblicata il 22 dicembre del signor Pierantonio Bellin in meritoall’uso o meno delle piste ciclabili. Premesso che fino a qualche anno fa la pensavo esattamente nella stessa maniera e spesso, nei miei incontri ravvicinati sulle varie sedi stradali di questi famigerati ciclisti, apostrofavo gli stessi di colorite parole e ingurie varie, nonché mettendo a dura prova i loro timpani con l’uso del mio clacson, oggi, visto che sono un diretto interessato ciclista amatoriale,mi sono un po’ ricreduto a proposito degli insulti vari scagliati nei loro confronti, non tanto per il fatto che anch’io sono uno di loro, ma perché effettivamente riconosco che come sono concepite le piste ciclabili qui da noi sono vere e proprie trappole ove ogni passo carraio, piccolo accesso a cortili, stradine laterali ecc.presentano dei paletti dove devi fare un vero e proprio zig zag. In prossimità dei passi carrai non sai mai chi potrebbe uscire, poi spesso si trovano anche pedoni con bambini, chi corre a piedi, persone con carrozzine, cani liberi da guinzaglio: tutto questo, intendiamoci, è assolutamente auspicabile e legittimo nell’uso della pista stessa ma, ripeto, per chi pratica questo sport non sono fatte in maniera conforme allo spirito  del ciclismo inteso come attività sportiva.
Inoltre spesso si trovano detriti, crepe enormi nelle quali entrano i pneumatici, rami, foglie ecc.; ricordo a questo
proposito una fotonotizia del G.d.V. di qualche giorno fa dove una signora chiedeva a chi spetta pulire le piste, visto che con la caduta delle foglie diventano impraticabili e pericolose.
Poi non parliamo di quelle alle quali, una volta fatte, non vengono più praticate manutenzioni, adesso si è iniziato anche ad usarle per far passare tubi di vari o cavi con scavi e rattoppi di asfalto, vedasi per esempio prima di arrivare al sottoposso dell’autostrada nella pista Vicenza-Longare, che comunque resta la pista migliore della zona.
In Germania, per esempio, perfino nelle rotatorie i ciclisti, in presenza di pista, hanno la precedenza sulle auto, stessa cosa negli incroci. Ora chiedo quante rotatorie sono nate negli ultimi anni dall’era Cicero in poi? Una moltitudine: bene, quante di queste sono corredate di  piste ciclabili? Pochissime per non dire zero.
Ecco, signor Bellin, molto spesso facciamo le pentole e mai, o quasi, i coperchi: perché?
Non mi esimo dal riconoscere però che, è vero, molti ciclisti sono anche incoscienti e maleducati, incoscienti soprattutto perché non si rendono conto che, vada come vada, se un’auto tocca un ciclista, beh non ci vuole molto a capire chi dei due ne paga le conseguenze peggiori.
Luciano Lorenzi