"Ma quella non è una ciclabile"

Da "Il Giornale di Vicenza, venerdì 16 gennaio 2009 pagina 63

A proposito della pista lungo la Riviera Berica

Vorrei approfittare del suo spazio per dare pieno appoggio alla lettera del signor Luciano Lorenzi pubblicata il 7 gennaio. Il problema dei ciclisti e delle piste ciclabili secondo me non può essere commentato da chi almeno una volta ha percorso con la sua bicicletta un bel tratto di strada e/o di pista ciclabile nelle ore “di punta” o semplicemente nei week-end estivi; me lo chiedevo anch’io il perché molti ciclisti (a volte anche in gruppo) preferivano la strada alla pista ciclabile; bene, l’ho scoperto a partire da quest’estate, percorrendo un’infinità di volte la pista ciclabile della riviera Longare-Vicenza. Percorrendola bisognare fare molta attenzione, ci sono continui attraversamenti stradali, dove chi si deve fermare sono i ciclisti, perché la maggior parte delle volte le vetture non tendono a rallentare, una su tutte l’attraversamento all’altezza di Campedello: è vero che l’attraversamento è segnalato ma resta comunque molto pericoloso.
Poi per un ciclista che vuole allenarsi, farlo in pista ciclabile è molto difficile, per esempio in estate e nei week end, dove ti devi fermare ogni 100 metri per chiedere cortesemente di farti passare, a volte si spostano gentilmente, altre volte si spostano irritati urlandoti (“dove gheto da ndare cosi de freta giovane?!?”) o in alcuni casi fingono (??) di non sentirti costringendoti a fare l’equilibrista per non andargli addosso, oppure perché trovi intere famiglie a piedi che occupano l’intera pista; ora immaginiamoci un gruppo di 15-20 ciclisti in queste condizioni ai 30-40 km orari cos’è più comodo per loro, la pista o la strada?
Ora ho fatto riferimento alla pista ciclabile Longare-Vicenza, che è quella che ho percorso più spesso, le altre presenti in città non le conosco molto bene, eccetto il piccolo tratto di pista che va dalla fine della suddetta pista e terminante in Borgo Berga in questo tratto è presente un attraversamento stradale dove le macchine non vedono i ciclisti e i ciclisti non vedono le macchine arrivare.
Forse mi sono dilungato un po’ troppo, ma non avrei trovato occasione migliore; vorrei infine chiedere a chi tanto critica i ciclisti, se ha mai preso in mano una bicicletta, magari in mezzo al traffico, prima di giudicare i loro comportamenti.
Lettera firmata