Sì, sono un uomo da marciapedi ...

Da "IL Giornale di Vicenza", martedì 01 Settembre 2009

Sì, sono un uomo da marciapedi, nel senso che anche da ciclista, e quando possibile, vado sui marciapiedi. Faccio questa confessione per le varie proteste che ho letto sul nostro giornale ed anche perché voglio esporre le mie ragioni.
L'uso della bici, come mezzo di locomozione cittadino, risale, da parte mia, ad alcuni decenni fa. Il restringersi, sempre più incalzante, dei posti parcheggio gratuiti e le cifre abbastanza elevate in quelli a pagamento mi hanno indotto a optare definitivamente per le due ruote.
Naturalmente, alla base della decisione c'èanche la situazione caos del traffico, l'aumento preoccupante delle polveri sottili e i rumori eccessivi verso i quali sono rarissime le proteste.
La comodità del mezzo a pedali è tale, nello sbrigare tutte le commissioni in poco tempo, che ne ho esteso l'uso anche alla stagione invernale e pure quando piove.
Ma veniamo ai marciapiedi. In città esistono pochi mozziconi di piste ciclabili, sovente ostruiti da altri mezzi ed è quindi necessario fare uso delle strade comuni. Queste, oltre ad essere alquanto trafficate, sono pericolose ed anche origini di alti inquinamenti. Chi scrive, e altri con me, sceglie, a volte percorsi più lunghi pur di avere un po' di sicurezza in più e un po' meno schifezze da respirare.
Ecco il motivo per cui, talvolta, transito anche in sensi vietati e, quando non ci sono pedoni, pure sui marciapedi. Per il senso vietato ritengo che assimilare il ciclista alle vetture e alle motociclette sia errato in quanto la dimensione del ciclo e la velocità d'uso in città sono molto più simili a quelle del pedone. Inoltre il ciclista, in caso di necessità, è in grado di prendere immediate contromisure in tempi rapidissimi.
Per i marciapiedi la cosa è un po' diversa. Quelli delle strade secondarie della città vedono rarissimi pedoni utilizzarli e, al massimo, in uno dei due lati. In questi casi io salgo sul marciapede, procedo lentamente e se un cittadino esce dalla sua abitazione o ufficio, io mi arresto immediatamente o, in base alla situazione, scendo. dal marciapiede. Il pedone ha tutte le precedenze del caso ed io non lo ostacolo minimamente nel suo procedere.
Qualche volta, di rado e per il senso vietato, qualcuno ti ricorda che il senso è, appunto, vietato e, strano a dirsi, è quasi sempre un automobilista che ha parcheggiato la vettura sul marciapiede. Per carità, so bene che le leggi vanno rispettate, ma qualche volta sarebbe bene si facessero gli aggiustamenti che il buon senso e la prassi dettano.
All'inizio di questa amministrazione, fiducioso nell'apertura mentale dei nuovi arrivati, presentai all'assessore alla mobilità una proposta di un decalogo di comportamento per i ciclisti. A dire il vero ne proposi anche per chi utilizza le rotatorie, zone di frontiera e quindi selvagge, ed anche per i pedoni, in particolare per gli attraversamenti sulle “strisce".
Mi si rispose che l'idea era ottima ma che non c'erano i fondi per stampare il materiale da distribuire ai cittadini. Poi, da altri eventi, capii che la mia proposta di collaborazione (ovviamente gratuita) non era gradita. Per ora, nessun commento.
Vorrei fare un'ultima osservazione. Anzi due. La prima è che i ciclisti che aumentano sempre più, con grande soddisfazione di chi scrive, vanno guardati con benevolenza. Non inquinano, non fanno rumore, occupano poco spazio e, se non in casi rarissimi, non possono recare danno agli altri cittadini.
La seconda è un corollario della prima. I fruitori delle due ruote aumentano, ma aumentano anche le infrazioni che gli stessi commettono per insipienza delle norme più elementari. Una regolamentazione è ora indispensabile e prego quindi qualche cittadino o associazione di buona volontà di farsi carico di una normativa e presentarla all'assessorato competente con l'augurio di una miglior fortuna di quella avuta da chi scrive.
A dire il vero la competenza sarebbe del Comune, ma sappiamo tutti che i responsabili sono molto impegnati in cose più importanti.
Adriano Verlato