Mobilità sostenibile e salute. Firmato protocollo d’intesa fra Rete Città Sane e FIAB
La Rete Città Sane OMS, di cui attualmente il Comune di Modena detiene la presidenza, è un network di circa ottanta città italiane che lavora sulle tematiche della salute e della prevenzione, seguendo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche la Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB), associazione senza fini di lucro presente in tutta Italia con oltre 150 realtà locali e oltre 20.000 soci e attiva nel promuovere la mobilità ciclistica, include tra le sue finalità quella di realizzare interventi atti a incentivare stili di vita sani a favore della salute individuale e collettiva. Entrambe le associazioni seguono i dettami della Carta di Toronto per l’attività fisica: una chiamata globale all’Azione.
Sulla base di questi comuni intenti Rete Città Sane OMS e FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta hanno deciso di unire gli sforzi, arrivando a un protocollo nazionale che è stato firmato il 1° settembre 2016 a Modena presso l'ufficio della segreteria nazionale della Rete Città Sane e che sigla i comuni impegni di lavoro sui temi della mobilità sostenibile in connessione con la salute.
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Fiab al CosmoBike Show, 16-19 settembre 2016 - Veronafiere (pad. 6-7-9), Viale del Lavoro 8, Verona
Fiab animerà CosmoBike Show con una serie di appuntamenti, eventi e manifestazioni oltre che essere presente con il consueto stand (nel pad.9), presso il quale iscriversi, procurarsi le pubblicazioni edite da Fiab, avere informazioni sulle attività e sui progetti in corso o proporne di nuovi.
La novità di quest'anno è la predisposizione di quattro ciclovie, individuate grazie a FIAB Verona, che attraversano la città e permettono a tutti i visitatori che lo vorranno di raggiungere Veronafiere in bicicletta dalla stazione o, se proprio non se ne può fare a meno, di utilizzare parcheggi scambiatori auto-bici ( informazioni). Viene confermata ed anzi ampliata l'area bambini, gestita in collaborazione tra Fiab e Strider. Presso il Padiglione 7 i bambini dai 18 mesi ai 5 anni potranno provare le balance bike o fare le prime esperienze senza le rotelle. In particolare, venerdì mattina ci sarà una sessione speciale per i più piccoli (scuole materne), al pomeriggio sarà dedicato uno spazio alle persone con disabilità, utilizzando le special needs bike, esperienza ripetuta al sabato mattina; dal pomeriggio e per tutta la domenica l'area sarà a disposizione dei bambini. Lunedì l'area sarà invece chiusa. E' presente anche una pump track per ragazzi un poco più grandi, non seguita da Fiab.
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Con FIAB alla Bicistaffetta 2016. Da Termoli a Rimini lungo la Ciclovia Adriatica
Si pedala dall’11 al 17 settembre per 475 chilometri attraverso Molise, Marche, Abruzzo ed Emilia Romagna
Torna l’annuale appuntamento organizzato dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta per promuovere la rete ciclabile nazionale Bicitalia e il cicloturismo.
Promuovere la realizzazione della rete ciclabile nazionale Bicitalia* (www.bicitalia.org ) e sensibilizzare, lungo il percorso, i rappresentanti delle istituzioni, i portatori di interessi economici, sociali e ambientali e i semplici cittadini sui temi delle infrastrutture e dei servizi necessari allo sviluppo della mobilità ciclistica e del cicloturismo nel nostro Paese.
Questi in sintesi gli obiettivi di Bicistaffetta, l’importante manifestazione promossa ogni anno da FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta che, per la 16^ edizione in programma dall’11 al 17 settembre, percorrerà i 475 km del litorale medio Adriatico, dal Molise all’Emilia Romagna attraversando per intero le coste di Abruzzo e Marche.
Con partenza da Termoli e arrivo a Rimini, Bicistaffetta 2016 segue, di fatto, il tratto centrale della Ciclovia Adriatica Bicitalia 6, che va da Trieste a Santa Maria di Leuca lungo un percorso di 1.300 chilometri totali. Tra gli obiettivi della manifestazione anche quello, molto ambizioso, di inserire la Ciclovia Adriatica nel grande circuito europeo EuroVelo, curato da ECF-European Cyclists’ Federation e di cui FIAB è centro di coordinamento del progetto in Italia.
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Paciclica 2016, in viaggio per l’Ambiente e la Pace - Perugia e Assisi 8, 9 ottobre 2016
Paciclica, l'iniziativa di pedalare da casa fino ad Assisi per partecipare alla Marcia della Pace, sarà per la prima volta parte integrante del Programma Ufficiale della Marcia stessa. Sia il sabato con la pedalata finale che quest’anno andrà esattamente da Perugia ad Assisi, sia la domenica, perché - grande novità per noi – saremo con le nostre bici in testa alla Marcia già al suo avvio, il che oltre a essere un bel riconoscimento ha evidenti risvolti mediatici.
Pertanto il prossimo 9 ottobre sarebbe molto auspicabile uno sforzo in più da parte di tutti i ciclisti Fiab: dobbiamo cercare stavolta di essere in tanti, affinché le nostre istanze di sempre, di ciclabilità urbana, di sostenibilità ambientale e di città possibili, possano trovare evidenza in quella che è la più importante manifestazione pacifista e civile in Italia. In questo senso, la presidente Fiab ha già assicurato la sua presenza.
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Un bike manager per la capitale
La Capitale è il punto di riferimento di una nazione. Le vicende politico amministrative di Roma stanno facendo passare in secondo piano una piccola rivoluzione che può finalmente aprire le porte ad un nuovo modo di governare il tema della ciclabilità nelle città.
La città di Roma ha designato un bike manager che si occupi dello sviluppo della mobilità ciclistica della capitale: una figura nuova che dovrà coordinare diversi settori e competenze per dare finalmente anche a Roma una rete ciclabile diffusa e sicura e riuscire a far scendere dall'auto milioni di automobilisti per utilizzare una bicicletta e i mezzi pubblici.
La posizione è un'assoluta novità che vale la pena evidenziare come il tentativo di voltare pagina per iniziare - speriamo - una nuova storia della mobilità a Roma: e se ci riesce Roma allora possono e devono riuscirci anche le altre città d'Italia.
Ecco perché guardiamo con attenzione alla nostra Capitale ed è per questo che abbiamo fatto i nostri auguri a chi oggi è investito di questo difficile ruolo, Paolo Bellino, che non ha bisogno di presentazioni.
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Da oggi, anche in Italia, si parla di Ciclovie
E’ notizia di pochi giorni fa, il 27 luglio 2016, la firma di due ministeri e di 8 regioni sui protocolli d’intesa per la progettazione e realizzazione dei primi tre grandi itinerari ciclabili nazionali (il protocollo relativo al GRAB romano è stato rinviato più avanti). Si tratta della declinazione pratica di quanto previsto nella Legge di stabilità approvata lo scorso dicembre con la quale il Parlamento stanziò oltre 90 milioni, nel triennio 2016-2018, per tale scopo.
E’ una data sicuramente importante per chi come noi ha speso molte energie sul tema della rete nazionale e dei grandi itinerari italiani ed europei e rappresenta un punto di partenza se si vuole dotare anche l’Italia, così come molti paese europei, di una rete sovraregionale che dialoghi e si compenetri con l’Europa integrandosi con la grande rete EuroVelo .
La FIAB è dai primi anni ’90 che “pensa alla necessità di promuovere il cicloturismo in ambito nazionale” dapprima con la proposta della Ciclopista del Sole (ora Ciclovia del Sole) come primo elemento di una futura rete di percorsi ciclabili e poi, con la rete vera e propria denominata Bicitalia. Ad essere precisi nei primi anni del nuovo secolo alla FIAB venne commissionato dal Ministero delle Infrastrutture lo studio di fattibilità della CPS e dall’AICC (Ass. Italiana Città Ciclabili) per conto del Ministero dell’Ambiente lo studio della rete nazionale di percorribilità ciclistica, ma sembra che di questi documenti nei vari ministeri si siano perse le tracce.
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I ciclisti non salveranno il mondo. Gli automobilisti, se vanno piano, magari qualche vita sì
“Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche leggermente più a destra”. Due anni fa è circolato nei social questo post. Il solito lamento-tormentone sui grupponi domenicali di ciclo-sportivi sulle strade extraurbane?
Sui “grupponi” ho già scritto in un precendente articolo (La vexata quaestio dei grupponi di ciclo-sportivi sulle strade ).
Mentre, due anni fa, ho spiegato che i ciclisti urbani quando non si spostano più a destra è perchè non possono farlo. Per le auto parcheggiate in doppia fila o, abusivamente, sulla corsia ciclabile oppure per il rischio di un’improvvisa sportellata. Per non parlare di tombini, cocci di vetro e del lerciume che si trova a bordo strada. I ciclisti devono osservare il codice stradale, che prescrive la destra, ma nel contempo comportamenti prudenti (articolo “Ciclisti potete salvarvi la pelle anche non stando troppo a destra ”).
Presi dallo “stare più a destra”, in ben pochi abbiamo colto la “trappola” di questa frase. Studiata da abili comunicatori contiene una premessa, funzionale a veicolare una ben determinata idea sui ciclisti: presuntuosi che pretendono di salvare il mondo.
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Il fiume Tesina e le rocce della pianura vicentina - 4 settembre 2016
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