Bici contromano. A Vicenza si può
da "Il Giornale di Vicenza", 10 settembre 2014 di Chiara Roverotto
MOBILITÀ. Dopo la polemica del ministro delle Infrastrutture Lupi che vuole vietare le pedalate in senso contrario, i ciclisti sono in rivolta
L´assessore Dalla Pozza: «Ci sono percorsi protetti che mettono in sicurezza chi usa le due ruote Il flusso contrario è possibile solo su alcune strade»
Il doppio senso ciclabile si ferma ancora. Stoppato niente meno che dal ministro alle infrastrutturre, Maurizio Lupi «contrario all´ipotesi di consentire alle biciclette di andare contromano in città, perché così si creano nuovi pericoli». La Fiab, Federazione italiana amici della bicicletta, ha già alzato barricate, sostenendo «che il ministro ha torto perchè non conosce i dati. Che in altre città come Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Lodi, Merano e Pesaro il doppio senso è già una realtà e che gli incidenti si sono abbassati».
Questo l´antefatto, il seguito riguarda quello che ormai è diventato un popolo: i ciclisti. Hanno sostituto l´auto per comodità, per fare prima, per una scelta ecologica, per non avere problemi di parcheggio. E stanno crescendo. Basta pensare che Tuttinbici, in una rilevazione effettuata 5 anni fa, per cui sicuramente in difetto, nei sei varchi cittadini che allora delimitavano la zona a traffico limitato dalle 7.30 del mattino alle 13.30 avevano contato oltre 6.500 biciclette che transitavano verso il centro. «Si tratta di numeri consistenti - spiega Michele Mutterle, referente della commissione tecnica di Tuttinbici e segretario organizzativo nazionale della Fiab - decisamente in crescita. Ma vorremmo che un concetto fosse chiaro, il termine contromano non è corretto, preferiamo parlare di flussi contrari. E questi sono sicuramente meno pericolosi perché gli automobilisti vedono i ciclisti per cui ci sono margini di manovra più elevati, senza dimenticare che il maggior numero di incidenti accade lungo strade dove, auto e biciclette, seguono la stessa traiettoria: le portiere che si aprono senza guardare, i cambi di corsia improvvisi per non parlare delle rotatorie. Questi sono problemi veri, non i flussi contrari».
C´è da dire in città già da alcuni anni sono state introdotte le piste ciclabili contromano: quella lungo il primo tratto di corso San Felice e Fortunato ne è un esempio per non pralare di quella di in viale Giuriolo o di quella c´era lungo corso Fogazzaro prima che venisse chiuso alle auto, o di quella che verrà costruita lungo via Cairoli, ma se ne contano tante altre.
Una città che sta facendo molto per i ciclisti? «Sono stati compiuti molti passi avanti - continua Mutterle - ma chiederemo all´Amministrazione comunale, come hanno già fatto città come Torino, Milano e Bologna di inviare una lettera aperta al ministro nella quale si chieda di reintrodurre nel codice della strada il cosiddetto senso unico “eccetto bici”».
«Noi siamo una città - spiega l´assessore alla Mobilità, Antonio Dalla Pozza - che ha addirittura costruito le piste ciclabili contromano. Percorsi messi in sicurezza su cui i ciclisti possono transitare senza alcun problema. Per quanto riguarda il senso unico eccetto bici, oltre al buon senso di ciclisti e automobilisti, servirebbe una sorta di mappatura che metta in evidenza dove è possibile andare contromano dove invece sarebbe meglio non farlo. Poi, in sede parlamentare, ci sono già alcuni ordini del giorno che si muovono in maniera contraria rispetto a quanto vorrebbe il ministro». Secondo l´assessore l´uso delle bici si è intensificato fino a raggiungere il 20 per cento della popolazione. «E il Comune, e lo testimoniano i 60 chilometri di ciclabile, da tempo si rimbocca le maniche».
In foto: la pista ciclabile che da San Marco porta a piazzale Marconi: anche questa è contromano e protetta. Nel primo tratto di corso SS Felice e Fortunato, la pista c´è da anni
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