I ciclisti non salveranno il mondo. Gli automobilisti, se vanno piano, magari qualche vita sì

Dite ai ciclisti che possono salvare il mondo anche leggermente più a destra”. Due anni fa è circolato nei social questo post. Il solito lamento-tormentone sui grupponi domenicali di ciclo-sportivi sulle strade extraurbane?
Sui “grupponi” ho già scritto in un precendente articolo (La vexata quaestio dei grupponi di ciclo-sportivi sulle strade ).

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Mentre, due anni fa, ho spiegato che i ciclisti urbani quando non si spostano più a destra è perchè non possono farlo. Per le auto parcheggiate in doppia fila o, abusivamente, sulla corsia ciclabile oppure per il rischio di un’improvvisa sportellata. Per non parlare di tombini, cocci di vetro e del lerciume che si trova a bordo strada. I ciclisti devono osservare il codice stradale, che prescrive la destra, ma nel contempo comportamenti prudenti (articolo “Ciclisti potete salvarvi la pelle anche non stando troppo a destra ”).
Presi dallo “stare più a destra”, in ben pochi abbiamo colto la “trappola” di questa frase. Studiata da abili comunicatori contiene una premessa, funzionale a veicolare una ben determinata idea sui ciclisti: presuntuosi che pretendono di salvare il mondo.

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