Via Albinoni, al pettine c’è il nodo della ciclabile

23 Maggio 2005

Oggi la situazione potrebbe diventare molto calda
di Sandro Sandoli

IL GIORNALE DI VICENZA 

Potrebbe fare molto “caldo” oggi in via Albinoni. O, detta fuori dai denti, ci potrebbe essere qualche problema di ordine pubblico. Perche? Semplice. Viene al pettine il nodo della pista ciclabile che il quartiere, prima nell’assemblea pubblica tenutasi al centro sociale delle elementari ex Tecchio, poi votando la terza ipotesi-via Corelli entrata di “straforo” nella scheda di un referendum informale, ha dimostrato in tutte le salse di non gradire assolutamente che passi per via Albinoni. 
In poche parole la situazione s’è fatta incandescente venerdì, quando il comitato, che ora ha in mano la bandiera della protesta, s’è accorto che a fronte di una sua richiesta di sospensione dei lavori fino a quando non riuscirà a fare arrivare in sala Bernarda la mozione-delibera di iniziativa popolare, sono emersi segni inequivocabili che il Palazzo ha ordinato di riattivare il cantiere: l’Amcps infatti ha scaricato il materiale necessario per realizzare lungo tutta la strada i cordoli che dovrebbero delimitare la contestatissima ci clopista, poi il divieto di sosta lungo tutto il lato nord, in scadenza ieri l’altro, è stato prorogato con un nuovo provvedimento a venerdì prossimo. E il quartiere ha alzato le antenne: se lunedì si ricomincia a lavorare in molti sono pronti a scendere in strada. Tuonano i più decisi: «Bloccheremo la pista con il nostro corpo».
Intanto si sta muovendo la macchina organizzativa che cercherà di far sentire in sala Bernarda la voce del quartiere. «Che non è quella indicata da Cicero», precisa il diessino Andrea Tapparo. Infatti l’assessore alla mobilità aveva affermato che la circoscrizione 6 una scelta l’aveva fatta, perchè quando s’era scoperto che molte schede del referendum erano state “taroccate” la conferenza dei capigruppo aveva preso in mano il “pallino” e a maggioranza aveva votato per l’ipotesi-due, cioè la variante che lui aveva suggerito e che prevede attorno all’isola ecologica i cui c’è il distretto sanitario un senso unico con ciclopista anche in via Albinoni. Soggiunge Tapparo: «La conferenza dei capigruppo è un organo consultivo e non deliberativo, può dare pareri ma non può fare scelte, che spettano, nelle materie di sua competenza al consiglio di circoscrizione».
E proprio domani San Lazzaro comincia la su a marcia di avvicinamento a palazzo Trissino. Infatti, come contempla l’articolo 12 dello statuto comunale, per far giungere a Palazzo una delibera di iniziativa popolare, bisogna seguire una procedura precisa: va formato un comitato con non meno di dieci residenti (c’è già ed ha dodici membri), il quale presenta al segretario comunale la domanda di accesso allo strumento statutario e il testo di delibera (è pronta e consta di cinque righe: vengono chiesti il ripristino dela carreggiata di via Albinoni e il passaggio della ciclopista nel tratto di via Corelli compreso tra l’incrocio con via Rossini e la recinzione della scuola elementare “Zecchetto”), quindi la documentazione se sarà ritenuta regolare potrà essere esposta all’albo pretorio ed entro sessanta giorni dovranno essere raccolte non meno di 500 firme autenticate da un dipendente comunale indicato dal segretario. Spiegano i promotori: «La procedura non è semplice, ma i tabulati sono pronti da giorni e moltissimi ci chiedono di firmare: aspettiamo solo il via del Comune».
Ma in attesa che si accenda il disco verde, il nuovo comitato di San Lazzaro, ha fatto un paio di “visite” guidate al tracciato di ciclopista.Spiegando che il percorso più breve, meno costoso e più logico sarebbe quello di via Corelli, perchè da una parte potrebbe facilmente essere collegato, tramite via Brunialti, con le pista che deve essere realizzata attorno al parco Fornaci, mentre dall’altra si salderebbe con la pista quasi completata (manca solo l’asfalto) dei Pomari, che parte da via Fermi e tocca il campo da calcio già ultimato, quello da calcetto in corso di realizzazione e lo stadio da baseball funzionante ormai da alcuni anni. Dice Tapparo: «Vorremmo che i consiglieri comunali di qualsiasi colore venissero qui e si rendessero conto di cosa sta succedendo a S.Lazzaro»