Soddisfazione per il completamento dell’attesa opera che risolve i problemi in uno dei tratti più pericolosi della statale 47 della Valsugana

27 Luglio 2005

Bassano-Trento in bici
Sabato l’inaugurazione della ciclopista del Brenta
di Renato Pontarollo

IL GIORNALE DI VICENZA

La ciclopista del Brenta, che verrà inaugurata il sabato, viene presentata questa sera alle 18,30 nel corso di una conferenza stampa a palazzo Guarnieri di Carpané, sede della Comunità montana del Brenta. Il tratto della ciclopista "Piovega si Sopra/Piovega si Sotto", in territorio di Enego, è diventato realtà e completa la ciclopista del Brenta da Trento a Venezia. Un itinerario che si snoda lungo il fiume Brenta dai laghi di Levico e Caldonazzo alle Colline Bassanesi, per proseguire lungo il Brenta Padovano fino alla riviera veneziana, attraversando piccoli e grandi centri urbani con opportunità di osservare luoghi storici e architettonici unici. Promotori del progetto il comune di Enego e la Comunità montana del Brenta, con l'apporto finanziario della Regione Veneto ed il coinvolgimento nella sua realizzazione dell'Amministrazione provinciale di Vicenza, dei comuni della Comunit à montana del Brenta, la Comunità montana dell'Altopiano dei Sette Comuni, i Bim Brenta di Bassano e Borgo Valsugana e l'associazione Italia Nostra.
"Il tratto in Comune di Enego è finalmente percorribile e verrà inaugurato sabato 30 luglio - dice Eugenio Rinaldi, presidente della sezione bassanese di Italia Nostra -. Un sentito ringraziamento a quanti hanno partecipato con impegno e disponibilità alla realizzazione dell'opera: alla ditta che ha eseguito l'intervento; alla Regione, Provincia e Amministrazioni comunali interessate; alla Comunità montana del Brenta, prima sostenitrice del progetto, e al sindaco di Enego per la collaborazione e la fiducia accordata. Un ringraziamento anticipato infine a chi prenderà a cuore la prosecuzione della pista sino a Venezia, realizzando nella sua interezza il sogno possibile».
Qualche preoccupazione, sorge sulla sicurezza del tratto della Valbrenta, da Campese alla Piovega di Sotto, dove la "Ciclopista del Brenta" per il momento viene indicata da tabelle segnaletiche lungo il tratto di provinciale "Campesana", da Bassano a Valstagna, e della comunale "Valgadena", da piazza San Marco a Valstagna alla Piovega di Sotto.
«Percorrendo la Statale 47 da Bassano a Trento - dice il progettista dell'opera, Eugenio Rinaldi - un amico ancora nel 1997 mi faceva notare che, se da un lato la realizz azione della superstrada Valsugana aveva inferto profonde ferite alla Valle e alla sua fragile economia, dall'altro aveva liberato dal grande traffico i vecchi tracciati in destra Brenta con i suoi bei borghi rivieraschi rendendoli disponili al passaggio ciclistico».
La viabilità in destra Brenta, come noto, presenta una sede stradale angusta e tortuosa, strettoie, dossi e, a tratti, limitata visibilità, vetture in sosta che rendono l'incrocio delle autovetture ulteriormente difficoltoso, quando non pericoloso, in particolare nei fine settimana del periodo estivo. Disagi a non finire avvertiti, oltre che dagli automobilisti, dalla popolazione locale, spesso costretta a rinunciare a mettere il naso fuori la porta di casa, rinchiusa nella propria abitazione.
Immaginiamo perciò le necessarie mille attenzioni cui sono costretti cicloturisti e appassionati delle due ruote in generale. Si dirà che Provinciale "Campesana" e la comunale della "Valgadena" sono, per forza di cose, usufruibili dai vacanzieri del fine settimana, ma è evidente e consolidato come nei fine settimana, la viabilità in destra Brenta diventi pericolosa e la vivibilità per i locali venga cancellata.
Pista ciclabile da Campese a Valstagna e fino alla Piovega di sotto? «Ho rinunciato a percorrerla da tempo - dice un appassionato ciclo amatore di San Nazario - P referisco trasferirmi in macchina fino alla Piovega, da Cornale, e proseguire poi con la famiglia in bici fino a Borgo Valsugana, a Levico e Caldonazzo. La strada in destra Brenta è diventata estremamente pericolosa, una pista da rally, quindi rischiosa sia per i cicloturisti che per i pedoni e quant'altri la frequentano».