Piste Ciclabili: «Solo fonte di pericoli»

Da "IL Giornale di Vicenza", lunedì 23 febbraio 2009 pagina 63

Sono una persona che usa la bici ogni giorno. Quando però, muovendomi in città, incontro sul mio tragitto delle piste ciclabili, le evito per la mia sicurezza. Preferisco infatti fermare le macchine dietro di me invece di confrontarmi con gli ostacoli presenti sulle piste ciclabili, visto il modo con cui sono state progettate.
Il termine “pista" non è infatti adeguato e dovrebbe essere abbandonato. Al contrario la zona dedicata ai ciclisti dovrebbe essere solamente una corsia sulla stessa carreggiata e su ogni lato delle strade, così come sono costruite in tanti altri paesi europei dove l'uso della bici è fondamentale. Invece, nel caso delle nostre piste ciclabili, lo spazio dedicato ad esse restringe solo la strada e crea pericoli con tutti i pali e i dislivelli creati per delineare la pista. Questo spazio prezioso potrebbe essere usato per allargare le strade e promuovere l'uso della bicicletta, invece di scoraggiarlo.
In passato ho parlato con un geometra del comune che era anche d'accordo con me. Purtroppo le decisioni sono state prese da un'altra persona. Presumo che ci siano anche interessi economici perché ho visto che ci sono ditte che costruiscono soltanto piste ciclabili e non fanno sicuramente l'interesse dei ciclisti.
Ci sono vere e valide piste ciclabili che servono per il turismo, però queste sono costruite in mezzo ai campi, indipendentemente dalle strade. Spero che le nostre associazioni ciclistiche ed il Comune considerino questi suggerimenti che hanno lo scopo di migliorare e rendere più sicure e quindi utilizzabili le nostre strade.
David Anthony Scalia